Le donne con celiachia non diagnosticata hanno una maggiore probabilità del 15% di andare incontro ad aborti spontanei o parto prematuro rispetto a coloro che non hanno ricevuto questa diagnosi. È quanto ipotizza uno studio danese secondo il quale il trattamento della celiachia con una dieta priva di glutine ridurrebbe i rischi di complicazioni della gravidanza. La ricerca, guidata da Louise Grode dell’Horsens Regional Hospital, è stata pubblicata da Human Reproduction.
La ricerca . Gli scienziati hanno valutato l’esito della gravidanza in 6.319 donne con diagnosi di malattia celiaca, con un gruppo di confronto di 63.166 donne che non avevano questa allergia. Nel complesso, non c’è stata alcuna differenza nel numero di gravidanze tra le donne che hanno avuto una diagnosi di celiachia e quelle che non l’hanno avuta. E il rischio di aborti e altre complicanze sarebbe stato simile tra questi due gruppi.
Negli anni precedenti alla diagnosi, però, le donne che avrebbero saputo più in là di soffrire di celiachia avevano il 12% in più di probabilità di andare incontro ad aborto spontaneo e il 62% in più di probabilità di andare incontro a parto prematuro rispetto alle mamme non celiache. La celiachia non diagnosticata, dunque, sarebbe associata a una probabilità maggiore del 15% di qualsiasi esito negativo della gravidanza a più di cinque anni prima della diagnosi.
“I risultati suggeriscono che le donne che hanno problemi di fertilità inspiegabile, aborti spontanei o parti prematuri dovrebbero sottoporsi agli esami per la celiachia, per vedere se questa condizione contribuisce al problema” spiega Louise Grode. Un consiglio che arriva anche da Govind Makharia, dell’All India Institute of Medical Sciences di Nuova Delhi, il quale sottolinea come “non ci sia alcuna prova che dimostra, però, che una dieta priva di glutine, senza una diagnosi di celiachia, possa favorire il concepimento o una riduzione delle complicazioni in gravidanza”.
Fonte: Human Reproduction (Versione italiana per Quotidiano Sanità/ Nutri& Previeni)
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