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Diabete gestazionale: quali sono i fattori di rischio e come possiamo prevenirlo?

Il diabete gestazionale scaturisce da un’intolleranza al glucosio di grado variabile, ad insorgenza o nuovo riscontro durante la gravidanza. Nel diabete gestazionale (GDM), l’iperglicemia può insorgere in qualunque momento della gestazione ma più probabilmente dopo la 24 settimana e viene pertanto distinto da un diabete diagnosticato prima della gravidanza o nel primo trimestre della stessa. La diagnosi si effettua tramite un esame ematico denominato curva glicemica, richiesta a tutte le mamme tra la 24 e la 28 settimana di gravidanza (nelle mamme a rischio viene invece richiesta precocemente, tra la 16 e la 18 settimana). Una volta riscontrato, il diabete gestazionale può essere corretto con la sola terapia nutrizionale abbinata ad un esercizio fisico adeguato mentre in rari casi si deve ricorrere alla terapia ipoglicemizzante (insulinica). Se si riesce a mantenere livelli di euglicemia, i rischi legati alla gravidanza, al parto ed alla salute del bambino nella sua vita adulta sono scarsi. Altrimenti sappiamo come il diabete gestazionale predisponga a complicanze materno-fetali tra cui la macrosomia fetale (bimbo nato a termine di peso superiore ai 4500 g), il parto prematuro, la distocia di spalla al parto (difficile fuoriuscita delle spalle fetali dalla vagina), nonché al rischio, dopo la nascita, di sviluppare obesità, diabete mellito in adolescenza e vita adulta.

Il GDM si riscontra in circa il 10% delle mamme in attesa, con un forte aumento dell’incidenza negli ultimi anni per il crescere dei fattori di rischio come obesità materna (donne con un BMI maggiore ai 30), aumento dell’età materna alla prima gravidanza, inattività fisica, dieta di scarsa qualità ed inquinamento ambientale. Inoltre, tra i fattori di rischio, i più importanti restano la familiarità per diabete di tipo 2, una precedente gravidanza con macrosomia fetale o l’appartenere ad uno specifico gruppo etnico (medioriente-sudest asiatico-caraibi). Alcuni di questi fattori non sono ovviamente modificabili, mentre altri possono essere oggetto di interventi preventivi mirati. Per una strategia di prevenzione efficace diventa essenziale l’individuazione dei soggetti a rischio già durante la prima visita ostetrica, in modo da proporre da subito adeguate misure comportamentali. La dieta mediterranea, variata, con una corretta proporzione tra macronutrienti, unita all’esercizio fisico, può essere utile per ridurre il rischio di alterazione della glicemia materna. Negli ultimi anni, in aggiunta a questi consigli più tradizionali, stanno emergendo nuove possibilità di prevenzione con integratori a base di probiotici e inositoli. Quest’ultimo infatti sembra essere in grado di modulare la sensibilità all’insulina in gestanti già affette da GDM o con alto rischio di svilupparlo.

Lo sviluppo di una dieta personalizzata abbinata ad attività fisica regolare, dovrebbe iniziare ad essere parte integrante dello stile di vita di una donna già in epoca pre-concezionale e ancora di più in donne con fattori di rischio. Pertanto se programmate una gravidanza e riconoscete dei fattori di rischio nelle vostre abitudini o predisposizioni genetiche, non esitate a contattare il ginecologo ed a richiedere una consulenza personalizzata per ridurre la probabilità di sviluppare il diabete gestazionale e quindi andare incontro a possibili rischi per la vostra salute e quella del vostro bambino sia durante la gestazione che al parto ma anche nella sua vita adulta.

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