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Menopausa

FISIOLOGICA

La menopausa corrisponde ad un fenomeno totalmente normale e naturale in cui vi è la cessazione definitiva dei cicli mestruali della donna, dovuta all‘esaurimento dell’attività ovarica. Corrisponde al termine dell’età fertile. Si definisce con certezza solo dopo un’assenza dei cicli per 12 mesi. Gli esami ormonali che spesso vengono prescritti possono essere un aiuto alla previsione di tale evento ma non sono la risposta definitiva poichè vi è una grande variabilità da soggetto a soggetto.
In Italia, in media, andiamo in menopausa tra i 48 ed i 52 anni, con ampia variabilità da donna a donna; ruolo importante nell’età menopausale ha la genetica (l’età in cui mamma-sorelle sono andate in menopausa), ma anche il menarca (età della prima mestruazione).

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PRINCIPALI PATOLOGIE E DISTURBI

GESTIONE PERIMENOPAUSA

Gli anni che precedono la menopausa sono talvolta asintomatici ma più frequentemente accompagnati da sintomi legati al normale calo estrogenico. Tra questi i più importanti e segnalati dalle pazienti sono:
 

  • Irregolarità mestruale: i cicli mestruali cambiano in durata e quantità. Può essere totalmente normale che l’intervallo tra i cicli diminuisca o al contrario si allunghi, talvolta la mestruazione può mancare per uno o più mesi per poi tornare regolare o scemare lentamente. Il flusso può risultare abbondante, scarso o alternarsi a seconda del mese
     

  • Vampate di calore: corrispondono ad un improvviso senso di calore maggiormente al dorso ad al tronco, talvolta accompagnate da sudorazione intensa. Sono più frequenti durante la notte ma possono presentarsi anche durante la giornata in corrispondenza di eventi emozionali, sforzi o senza una causa scatenante
     

  • Aumento ponderale: il calo estrogenico ed il rallentamento del metabolismo possono portare la donna ad un aumento di peso e ad una ridistribuzione diversa del grasso corporeo; vi è infatti un aumento del grasso addominale. Proprio per questo motivo è raccomandato fare attenzione all’introito calorico ed aumentare l ‘attività fisica già negli anni della perimenopausa
     

  • Insonnia ed irritabilità: difficolta all’addormentamento, scarsa qualità del sonno, depressione o sensazione di calo dell’umore possono insorgere in questi anni. Sono per lo più legati, oltre al normale calo ormonale, all’ansia del non saper cosa aspettarsi dagli anni menopausali e all’incertezza e fragilità legate al cambiamento del proprio corpo e all’idea di invecchiamento che questo periodo evoca
     

  • Secchezza vaginale accompagnata da calo della libido, dovuta alla diminuzione dei livelli di estrogeni a livello periferico (vulvare e vaginale). I rapporti sessuali possono diventare difficoltosi sebbene fondamentali anche in questo periodo della vita della donna; i tessuti infatti sottoposti a sollecitazione meccanica e sensoriale durante il rapporto tendono a rimanere più turgidi, rallentando il processo di atrofia.
     

 

GESTIONE MENOPAUSA CONCLAMATA

Si parla di menopausa conclamata solo un anno dopo l’ultima mestruazione. I cicli precedenti che portano alla cessazione definitiva di questi ultimi, possono essere irregolari o, meno frequentemente, regolari per poi non presentarsi più. L’invito alla donna è sempre quello di appuntare il giorno dell’ultima mestruazione per riuscire a calcolare con certezza i 12 mesi. È bene ricordare che le perdite ematiche che sopravvengono dopo questo periodo di tempo sono sempre da considerare patologiche (perdite vaginali atipiche) e richiedono una visita con ecografia transvaginale urgente. Altri segni o sintomi possono spingere la paziente a rivolgersi al proprio ginecologo curante. Tra questi ricordiamo:
 

  • Atrofia vulvo-vaginale: condizione molto frequente determinata dagli effetti del calo estrogenico sui genitali esterni. La vulva e la vagina diminuiscono infatti la loro componente elastica e trofica, iniziando a manifestare sintomi fastidiosi per la donna come secchezza e/o prurito vaginale, bruciore vaginale, alterazione del pH vaginale con conseguenti possibili perdite vaginali patologiche, disuria (bruciore durante la minzione), dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali fino alla loro impossibilità). È molto frequente in menopausa, colpendo in media una donna su due. Il processo di atrofia è di solito lento ma inevitabile negli anni in assenza di una corretta terapia. Può avere risvolti psicologici per quanto riguarda la vita sessuale delle pazienti ma anche la loro quotidianità. Ricordiamo che una vita di coppia sessualmente attiva, anche in menopausa, tende a mantenere i tessuti turgidi ed a rallentare tale processo.
     

  • Vampate di calore: corrispondono ad un improvviso senso di calore maggiormente al dorso ad al tronco, talvolta accompagnate da sudorazione intensa. Sono più frequenti durante la notte ma possono presentarsi anche durante la giornata in corrispondenza di eventi emozionali, sforzi o senza una causa scatenante. Hanno una durata nel tempo variabile, in media dai 2 ai 5 anni, ma in alcuni casi di più. Tendono poi a risolversi spontaneamente negli anni a seguire.
     

  • Insonnia ed irritabilità: difficoltà all’addormentamento, scarsa qualità del sonno, depressione o sensazione di calo dell’umore possono insorgere in perimenopausa per poi andare a diminuire negli anni. Sono per lo più legati al normale calo ormonale ed il corpo tende pian piano ad abituarsi alla nuova condizione andando incontro ad un adattamento e pertanto alla diminuzione dei sintomi
     

  • Prolasso vescicale-uterino-rettale: consiste in un abbassamento-fuoriuscita degli organi pelvici (vescica-utero-retto) attraverso la vagina a causa di aumento della pressione addominale e/o un indebolimento del pavimento pelvico (lesione dei tessuti sospensori degli organi pelvici). È più frequente in donne con pregressi parti vaginali ed in tutte le condizioni che determinino un aumento della pressione addominale come obesità, stitichezza, tosse, ecc
     

  • Incontinenza urinaria: perdita involontaria di urina. Distinguiamo incontinenza da sforzo, cioè perdita di urina legata a piccoli sforzi come uno starnuto, un colpo di tosse, il sollevare un peso anche di lieve entità, ecc; parliamo invece di incontinenza da urgenza quando in seguito allo stimolo urinario, vi è una necessità impellente di mingere e talvolta la donna non riesce ad arrivare ai servizi in tempo. L’incontinenza da urgenza dipende da un’ipercontrattilità del muscolo detrusore della vescica, quella da stress, invece, deriva da un’ipermobilità uretrale e da una riduzione del tono dello sfintere uretrale. In entrambi i casi si tratta senza dubbio di una condizione invalidante per la quotidianità della donna ma nella maggior parte dei casi risulta essere risolvibile o quantomeno migliorabile.
     

È sempre possibile cercare di prevenire, o migliorare quando già presenti, tutti questi sintomi di disconfort per la paziente. Il consiglio è di rivolgersi il prima possibile al vostro specialista di riferimento che saprà accompagnarvi con validi consigli e fornirvi le corrette opzioni terapeutiche.

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ESAMI

In menopausa è sempre raccomandabile la visita ginecologica con ecografia e pap test ogni 18-24 mesi, anche in assenza di sintomi. Infatti la maggior parte delle patologie oncologiche ginecologiche, a maggior insorgenza tra i 55 ed i 65 anni, sono asintomatiche fino agli stadi avanzati. L’ecografia transvaginale pelvica ed il pap test rimangono fondamentali per prevenzione e diagnosi precoce.

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In presenza di sintomi di disconfort è utile prenotare una consulenza dal ginecologo per poter trattare tempestivamente i disturbi prima della loro cronicizzazione. Il vostro ginecologo è la persona più competente con cui parlare ad esempio di terapie ormonali sostitutive, del trattamento dei cicli perimenopausali abbondanti o emorragici, della secchezza vaginale o dell‘incontinenza.

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In presenza di perdite vaginali atipiche, è fortemente raccomandabile la visita con ecografia nel minor tempo possibile. In base all’esito dell’ecografia, il ginecologo saprà indirizzarvi al percorso diagnostico-terapeutico più indicato per voi. È possibile infatti che durante l’esame pelvico di routine o in seguito a riscontro da parte della paziente di perdite atipiche, il ginecologo possa riscontrare un inspessimento endometriale. La parte interna dell’utero chiamata endometrio, infatti, nel periodo menopausale è sempre sottile, solitamente inferiore ai 4 mm. È possibile che per stimoli ormonali più o meno patologici, possa andare in contro ad un inspessimento che va sempre indagato con esami specifici (isteroscopie) ed eventuali biopsie per escludere cause tumorali maligne.

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